Ed è fatta !!!!
Se penso che sono occorsi 4 lunghi anni, dalla data della preiscrizione al compimento del progetto, non posso che notare che le cose interessanti si fanno decisamente pregare.
Sto parlando della Antarctica Marathon a cui ho partecipato il 16 marzo.
Mi frullava per la capoccia da tempo la voglia di chiudere il cerchio di portare a termine una maratona per continente e finalmente, alla veneranda età di 64 anni il sogno si è avverato. E’ stata un’esperienza indimenticabile, corredata da una serie di eventi collaterali che ne hanno ampliato il valore già di per sé importante.
Il giorno 8 marzo inizia l’avventura: partenza per Buenos Aires dove la Marathon Tours and Travel dà appuntamento ai circa 200 iscritti, provenienti da 18 nazioni sparse per il globo terracqueo. Il giorno successivo si inizia con una corsa, organizzata sempre da loro, nel parco di Puerto Maduro, la zona in della capitale. Seguono due giornate di visite guidate per i quartieri caratteristici di Buenos Aires, quindi partenza per la Fin del Mundo, Ushuaia, nella terra del fuoco, la città più a sud del mondo.
Di lì, a bordo della nave russa Akademik Ioffe si doppia Capo Horn, si attraversano il Canale di Beagle e lo Stretto di Drake. La nomea di mare più tempestoso al mondo ben si addice alla zona e ne portiamo le conseguenze in termini di vomiti, giramenti di testa e affini.
Però ne vale ampiamente la pena: dopo 60 ore di navigazione si getta l’ancora nella King George Island, la zona dedicata all’evento sportivo.
Iniziamo a vedere le prime foche e i primi pinguini in un paesaggio surreale a cui ci si mette un po' di tempo per adattarsi.
Il 16 il giorno tanto atteso; nel briefing ci viene spiegato che non è possibile portarsi dietro integratori e similari per evitare di spargere confezioni e per non inquinare l’ambiente.Il percorso consiste in un anello di 7 km. da ripetere 6 volte, con un dislivello di circa 1000 metri su fondo ghiacciato, innevato e pietroso. Partenza di fronte ad una base scientifica russa e transito da una cilena e una cinese. E’ possibile depositare nella zona del traguardo liquidi con i quali alimentarsi nei passaggi. Gli organizzatori non preparano niente di caldo pertanto non mi resta che portarmi la mia bottiglia di aranciata che ad ogni passaggio devo scuotere per bene in quanto inizia a gelare.
Partenza sotto una bufera di neve poi man mano il tempo migliora, cambiando ancora diverse volte; parto piano perché il mio intento è esclusivamente quello di portare a termine la gara e ci riesco senza spremermi all’inverosimile e conquistando un inaspettato primo posto di categoria!!! Vai Vigonechecorre !!!
Nei giorni successivi visite naturalistiche in posti magici: Wilhelmina Bay, Paradise Harbor e Cierva Cove, pinguini e foche a centinaia che spuntavano da ogni dove, balene e megattere incuriosite che ci facevano le feste transitando nei pressi e sotto i nostri gommoni, con una delicatezza incredibile per bestioni di quelle dimensioni. Esperienze incredibili …. Altrochè la maratona !!!!
Prima della ripartenza intendiamo festeggiare l’evento con un tuffo , dalla scaletta della nave, nelle acque antartiche, certificato dalla M.T.& T. con un attestato.
Devo dire che l’impatto con l’acqua non è stato dei più simpatici. Niente di cui lamentarsi …visto che non ce l’aveva mica ordinato il medico !!!
Si ritorna e devo dire che, se possibile, il viaggio di ritorno si manifesta peggiore dell’andata in quanto a problematiche intestinali.
Ecco finalmente Ushuaia, aereo per Buenos Aires e, ciliegina sulla torta, ci regaliamo una escursione di tre giorni a Rio de Janeiro !!!
Visite pacia a terra dei luoghi caratteristici, bagno a Copacabana con caipirinha alle 9 di mattina da … veri atleti e, poche ore prima del volo di rientro, il 25 marzo, partecipiamo alla più vecchia corsa di Rio, la “Rio Antigo “ di 10 km., con oltre 5000 partecipanti; partenza ore 08.00, temperatura 33 gradi, escursione termica niente male! Altra medaglia da aggiungere alla collezione e altro stato calpestato da runner.
Doccia veloce e corsa in aeroporto per il ritorno.
Adesso non resta che metabolizzare il tutto in quanto il succedersi così repentino di eventi di quelle dimensioni e con quelle caratteristiche hanno bisogno di tempi di assimilazione particolari !!!
Una parte di cuore è rimasta e rimarrà per sempre in quei luoghi dove spero che la stupidità umana non possa sconvolgere l’equilibrio così fragile che si è creato in milioni di anni e mi auguro che proprio di qui possano crearsi i presupposti verso una coabitazione più naturale tra la nostra specie e il resto del creato!
Addio Antartico da sogno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Candido