Il mondo in un paesino
Si può organizzare una gara su strada di livello mondiale in un minuscolo paesino che conta appena 300 anime?
Se la passione per l’atletica leggera è forte e si dispone di un budget adeguato, allora si può.
È quello che accade da 35 anni, sempre il giorno di Pasquetta, in quel di Dongio, piccolo centro abitato nella valle di Blenio, Canton Ticino, non lontano da Lugano e Bellinzona. In questo luogo magnifico, contornato da montagne imbiancate ma con un fondovalle praticamente piatto, fatto di prati e casette in pietra, un gruppo di avvocati appassionati di corsa e capitanati da Giorgio Bassetti, invitano ogni anno il meglio del mezzofondo mondiale per una sfida lunga 10 chilometri.
Un circuito da ripetere 8 volte, omologato dalla Iaaf, ricavato tra viuzze e piccoli vigneti, dove campioni del calibro di Haile Gebrselassie, Paul Tergat, Paul Koech, Paul Kosgei, Imane Merga, ma anche Genny Di Napoli e Stefano Baldini, hanno testato la loro condizione prima dei grandi meeting in pista, regalando sfide spettacolari e grandi emozioni.
A Dongio i comuni mortali corrono al mattino in gare a loro riservate: si può scegliere se disputare la 5 o la 10 km, al quale comunque partecipano atleti di buon livello, e poi, nel pomeriggio, spazio al “Grand Prix” con i campioni. Il mattino di Pasquetta sono molti gli italiani - soprattutto lombardi - che, seppur lamentandosi del costo troppo elevato delle iscrizioni, infilano le scarpette e si “lanciano”. Poi un pic nic con la famiglia o un piatto di polenta acquistato in una delle cascine che, per l’occasione, si trasformano in agriturismi all’aperto, in attesa della gara clou che parte alle 15.
Lunedì 22 aprile gli occhi di tutti erano puntati sull’etiope Muktar Edris, Campione Mondiale sui 5.000m nel 2017 a Londra, unico atleta in grado di interrompere temporaneamente l’egemonia del britannico Mo Farah. Edris, ben scortato da due connazionali ed un nutrito drappello di kenyani, ha immadiatemnte premuto sull’acceleratore. Ritmo da 2’50” al km su un asfalto perfetto, ma con tante curve e cambi di ritmo, e poi la bagarre a metà gara con sorpresa: dal mucchio è spuntato fuori Milkesa Menghesa, anche lui “Made in Ethiopia”, messosi in evidenza agli ultimi mondiali di Cross di Aarhus con la conquista del titolo U20. Nessun timore reverenziale per il 19enne Menghesa di fronte al più esperto Edris, un paio di mille in 2’42”, ed il gioco è fatto. Vittoria con un tonante 27’47” (media 2’46”/km), decimo tempo nelle liste mondiali dell’anno. Poi Telahun Bekele con 27’53”, e il favorito Edriss con 27’57”. In tre sotto i 28’, poi Kenya ed anche un po’ di Italia, con El Otmani (Esercito) 7º in 29’22”, e Ahmed El Mazouri (Casone Noceto), che abbiamo applaudito al recente Cross di Luserna, 11º in 29’37”.
Spettacolo di velocità e freschezza, energia e grande reattività, di una gioventù africana che ha ancora tanta voglia di correre forte, che ha fame di vittoria ed è disposta ad affrontare enormi sacrifici per emergere.
Gualtiero Falco